Cantai hor piango, e non men di dolcezza
Del pianger prendo che del canto presi;
Ch'a la cagion, non a l'effetto, intessi
Son'i miei sensi vaghi pur d'altezza.
Indi e mansuetudine e durezza
Ed atti fieri ed umili e cortesi
Porto egualmente; ne mi gravan pesi;
Ne l'arme mie punta di sdegni spezza.
Tengan dunque ver me l'usato stille,
Amor, madonn', il mondo e mia fortuna;
Ch'io non pens'esser mai se non felice.
Arda o mora o languisca, un più gentile
Stato del mio non e sotto la luna,
Si dolc'e del mio amaro la radice.
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